Andreas Antonopoulos descrive un mondo in cui i governi stanno cercando di eliminare il contante, togliendo l’ultimo strumento finanziario accessibile ai miliardi di persone che vivono in condizioni di povertà. Una povertà che non dipende dalla loro volontà o dal loro impegno, ma da fattori come luogo di nascita, documentazione, alfabetizzazione o discriminazioni culturali.
Antonopoulos denuncia come molte nazioni – citando l’esempio delle donne in Arabia Saudita, neghino l’accesso ai servizi finanziari sulla base di criteri arbitrari. L’ipocrisia dei Paesi occidentali, che condannano queste pratiche ma applicano restrizioni simili a immigrati e minoranze.
Un punto centrale del suo messaggio è che la sorveglianza finanziaria non elimina il crimine: diventa invece uno strumento di controllo, permettendo ai potenti di commettere “mega crimini”, come lo sfratto di milioni di persone, senza conseguenze. Mentre i sistemi di monitoraggio vengono usati per colpire piccoli reati, nessuno analizza o controlla le grandi aziende della difesa o le banche coinvolte in riciclaggio di denaro continuo. Quando un sistema concede così tanto potere centralizzato, attira inevitabilmente i peggiori tipi di leader, portando intere società a forme di autoritarismo, come già avvenuto in tanti paesi.
Nella parte finale l’autore porta però una nota positiva: esistono tecnologie finanziarie che offrono un’alternativa reale. Le criptovalute aperte, pubbliche, trasparenti, neutrali e resistenti alla censura forniscono: certezza e sicurezza nelle transazioni, protezione programmabile del consumatore, accesso finanziario senza bisogno di identità ufficiale.
Questi sistemi trasformano lo smartphone in una banca personale, democratizzando l’accesso ai servizi finanziari. Non possono essere regolati come i sistemi tradizionali, perché sono governati da matematica e algoritmi, non da comitati politici.
La conclusione di Antonopoulos è netta, i governi non riusciranno a fermare questa rivoluzione, perché sei miliardi di persone hanno bisogno di questi strumenti. Le criptovalute rappresentano la più grande innovazione nei servizi finanziari degli ultimi tre secoli: l’accesso universale alla finanza di base.