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Thispersondoesnotexist.com

Posted on 16/01/201916/11/2022 by Eduardo Palena

Sito che genera volti di persone che non esistono

Tranquili, sono molto reali (soprattutto i bambini), ma sono persone che non esisto.

Ogni volta che entri nel sito “Thispersondoesnotexist.com” compare un volto umano, che però non corrisponde ad alcuna identità, ma è il frutto di un algoritmo di intelligenza artificiale.

Lo ripeto, le persone non esistono e non sono reali, sono molto fotorealistici ma non corrispondono ad alcuna identità, è un generatore automatico di persone inesistenti e precisamente un algoritmo di intelligenza artificiale dei ricercatori Nvidia (Imagined by a GAN (generative adversarial network) StyleGAN2 – Karras et al. and Nvidia)

Dal loro Server rilasciano un volto ad ogni aggiornamento della pagina, con la possibilità di scaricare il file originale nei formati [original] [simple] [light].

Il sito web è opera di Phillip Wang, un ingegnere di Uber, che in un post su Facebook spiega che si basa sul lavoro di un gruppo di ricercatori della società tecnologica Nvidia pubblicato a dicembre 2018. Questa azienda ha condiviso il suo sistema, proponendo anche modelli per creare gatti , automobili e camere da letto completamente generati dall’intelligenza artificiale.
Altri hanno utilizzato questo metodo per creare personaggi di anime, caratteri e persino graffiti, in quello che potrebbe essere uno strumento utile per designer e illustratori.

La tecnologia utilizzata non è nuova: il sistema utilizza le cosiddette reti neurali, che imitano le connessioni dei neuroni nel cervello e apprendono da un ampio database di esempi.

Le reti neurali sono state utilizzate per generare musica e testi, come nel caso del programma che ha completato la sinfonia incompiuta di Schubert. “Hanno un’ottima capacità di generalizzazione”. Da grandi set di dati possono svolgere con precisione i compiti loro affidati”.

Nel caso di false facce, il compito è stato sviluppato con una rete generativa antagonistica. In questo metodo, una rete neurale genera i volti inventati e un’altra li confronta con quelli originali. Quando questo secondo sistema non è in grado di dire quale delle due immagini è falsa, si presume che nemmeno gli esseri umani saranno in grado di distinguere tale differenza.

Molto molto pericoloso è l’uso dell’intelligence, come iBorderCtrl, che propone di applicare il riconoscimento facciale ai viaggiatori che entrano nell’Unione Europea per rilevare se quest’ultima sta mentendo. Ricordo che i programmi di riconoscimento facciale non solo hanno un alto tasso di errore, ma anche “hanno pregiudizi di genere e di razza. Cioè, hanno più torto con le donne e con le persone che non sono bianche.

Come ha sottolineato uno studio del MIT, la causa è che queste persone sono sottorappresentate nei database utilizzati per addestrare i programmi. Ne abbiamo trovato un esempio nel programma che Amazon ha testato fino al 2017 per selezionare i curriculum dei candidati alle posizioni in azienda: il sistema scartava le donne perché si basava sui profili dei candidati degli anni precedenti, che erano per lo più uomini.

Tutto molto inquietante e posso aggiungere che questo è solo quello che conosciamo pubblicamente.

© Riproduzione riservata
Category: CybersecurityTecnologia e ricerca

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Eduardo Palena


Sono un informatico per passione e un professionista dal 1999. Lavoro come tecnico hardware, sviluppatore software ed esperto in digital forensics. Mi dedico alla divulgazione dell'importanza della sicurezza informatica e, dal 2017, anche delle tecnologie di Bitcoin. Ho fondato Napolifirewall.com, uno dei primi portali in Italia dedicati esclusivamente alla sicurezza informatica. Ho iniziato a parlare di Cyberwar, Cybersecurity e Cypherpunk quando questi termini erano ancora relegati alle sole mailing list e ai pochi appassionati di BBS, Freenet e Telnet.

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